Cena di Gala: MONTBLANC
Nel cuore del triangolo della moda, l’esclusivo museo Bagatti-Valsecchi apre le sue porte a MONTBLANC, il prestigioso brand conosciuto in tutto il mondo per le sue stilografiche. Attento alle politiche di incentivazione del personale, MONTBLANC ha voluto dedicare una serata ai propri manager, organizzando una “cena con delitto ambientata negli anni ’30” presso il museo.
MAX&KITCHEN Catering, partner abituale e sostenitore del museo, ha curato ogni dettaglio, sviluppando il tema con uno studio approfondito dei piatti offerti nel menu e degli accessori utilizzati. L’apparecchiatura ha visto posate disegnate dal famoso architetto e designer Gio Ponti, piatti con decori “black and white”, una carta del menu studiata dai nostri grafici che riflette dettagli degli anni ’30, e vasi e statue originali in stile razionalista. Il menu è stato ispirato alle cene offerte dal ristorante Savini in Galleria in quell’epoca, con piatti come la Parmigiana di zucca con cacao di Modica, la zuppa antica d’orzo e legumi, e il tortino caldo al cioccolato. Anche i camerieri sono stati selezionati per il loro aspetto e vestiti in linea con la moda dell’epoca.
NOTE SUL MENU ANNI ’30
Da uno studio della rivista “La Cucina Italiana” dal 1929 al 1935, riporto un estratto del menu. È interessante notare le abitudini e i consumi alimentari di quel periodo:
- Consumato semplice
- Anitra alle lenticchie
- Torta soave
- Minestrina in brodo
- Polpettine di carne
- Zuppa del marinaio italiano
- Vitello tonnato
- Minestra di farro
- Bracioline di manzo al finocchio
- Marmellata di pomidoro
- Cuore di maiale in zuppa
- Patate alla carne
- Spaghettini al burro e parmigiano
- Bracioline di vitello al pomidoro
- Passato di fagioli con cavoli
Da questi piatti, si nota la quasi assenza della pasta, che ha ottenuto il suo attuale successo solo dopo il 1950. Non erano suggerite le paste asciutte, chiamate all’epoca “minestre asciutte”, poiché la pasta era diffusa solo in poche aree geografiche. La prevalenza è stata data alle minestre e zuppe, consumate quasi ogni giorno, a volte sia a pranzo che a cena. La carne era molto presente, indicando il desiderio dell’italiano dell’epoca. Mentre i più abbienti potevano permettersi selvaggina, arrosti e filetti, qui si suggerivano anche piatti dal “quinto quarto” come fegato, milza, cuore, e sangue di maiale. Infine, i dessert erano a base di frutta di stagione, come uva, fichi e castagne, con una torta tipica per il pranzo della domenica.


























